Terminillo: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”
Anche Virgilio avrebbe difficoltà ad incoraggiare Dante nell’entrare a Terminillo.
Il perché è presto detto. Ancora una volta le cronache locali parlano di abbandono, di incuria, di degrado, di mancanza di futuro, per la montagna e per chi la abita e la fruisce.
I proclami elettorali hanno, nelle ultime settimane, messo al centro la parola “Terminillo”, come ultimo tassello di cavalcate trionfali, che altro non sono che l’ennesimo slogan propagandistico, che nulla di nuovo porterà sulla montagna.
Quello che invece rimane è l’amarezza nel constatare che le amministrazioni reatine, hanno fallito di nuovo, perché i cittadini e gli imprenditori del Terminillo, si sarebbero aspettati fatti concreti, invece delle solite chiacchiere con il giochino del rimbalzo delle responsabilità.
La colpa dello stato comatoso in cui versa Pian de’ Valli e la montagna in toto pare non essere responsabilità di nessuno. È come qualcosa che “è capitato”, come se anni e anni di incompetenza amministrativa, di lassismo allo stato puro, di fatti e misfatti, siano paragonabili ad una calamità naturale, ad esempio, ad un terremoto.
Il vero terremoto, però, è quello che cova sotto alla pelle degli imprenditori e dei “cittadini di serie B” (come sempre più spesso si sentono), che probabilmente non supporteranno i candidati “terminillesi”, che le diverse fazioni politiche hanno distribuito, più o meno uniformemente, nelle loro liste.
Questo perché sanno perfettamente, che il rapporto con Rieti è ormai agli sgoccioli.
Cosa succede ad un lavoratore che dice ma non esegue, che per anni ripete sempre gli stessi errori, che tralascia anche l’essenziale?
Probabilmente vedrà sulla propria scrivania, una bella lettera di licenziamento.
Ecco questo potrebbe riassumersi con il sentimento che provano i terminillesi nei confronti di chi li ha amministrati per anni, promettendo e non mantenendo mai le promesse.
Anni di completo abbandono, di lanci di “me…a” da una parte politica all’altra.
Terminillo e i terminillesi meritano ben altro futuro, che quattro titoli tirati a caso in campagna elettorale.
Tutti coloro che NON vivono quotidianamente il monte, pontificano iper mega super idee, “del faremo”, “del sarebbe giusto”, “del si potrebbe”, ma poi mai nulla si è concretizzato.
La misura è colma.
Hanno tempestato Rieti di asfalto nelle ultime settimane, non un granello è stato destinato al Terminillo che più di altri luoghi ne avrebbe bisogno.
Via dei villini sembra una strada di Bagdad.
La piscina alla Valletta un tempio nel deserto.
Ogni iniziativa privata di rilancio e sviluppo viene affossata, come il padel o il maneggio.
(Si, proprio quel padel, che la scorsa estate aveva riscosso tanto successo e portato numerosi turisti per un’iniziativa nuova e socialmente utile, e che ora si vede negate, dal Comune, le autorizzazioni a proseguire la propria attività)
Sul campo d’altura, poi, stendiamo un velo pietoso.
Gli impianti di risalita? Tutto Tace.
Se Terminillo è solo una bandierina da sventolare quando gira il vento dalla vostra parte, non è così per coloro che ci vivono e che investono tempo e denaro a rendere decoroso, un luogo che tutto è, tranne che decoroso.
Serve nuova linfa e un progetto di autonomia territoriale, diverso da tutti quelli pontificati negli anni e mai eseguiti, per garantire un futuro alla montagna e al Terminillo.
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